1 ott 2009

garum


panorama da ravello
Nella lista delle mancanze incolmabili della mia vita fiorentina(persone,luoghi,profumi),tra i primi posti non manca sicuramente la costiera amalfitana.sapere d'averla li,a 45 minuti d'auto(ovviamente senza traffico) e farci un salto un sabato mattina d'inizio primavera,o anche una sera d'estate.il profumo dei limoni e del mare,la vista della roccia dritta che sprofonda nel mare.il verde,l'azzurro e il blu.Si,decisamente mi manca.Il mio primo incontro con la colatura di alici c'è stato all'acqua pazza di cetara,conservo ancora il numero nella memoria del mio cellulare,mentre il sapore di tutti i piatti resta ancora indelebile nella mia memoria golosa. L'impatto non è stato dei migliori,un puzzo disgustoso diciamo la verità, ma dopo l'incertezza iniziale,quel ramoscello di rosmarino unto in questo pastruglio e poi fatto gocciolare sui fagioli e pesce lesso,mi ha decisamente fatto cambiare idea.
e allora perchè no, quando ho finalmente scoperto dove rintracciare questo tesoro antico qui a firenze ci sono andata di corsa ('ino,ndr).


La ricetta è semplice,veloce,gustosa.
Per completare quest'opera campana,ho usato spaghetti alla chitarra garofalo e sorseggiato una falanghina annata 2007 della cantina Mastroberardino...divino il tutto:
Lessare la pasta, nel frattempo stemperare in una ciotola : olio evo,aglio (io uso lo spremiaglio),peperoncino,due cucchiai abbondanti di garum/colatura di alici (uno a persona),e abbondante prezzemolo.aggiungere un po' di acqua di cottura tanto quanto basta a formare una salsa che si amalgami bene con la pasta..tutto qui..scolare la pasta,spolverare con della bottarga e ...godersi il sapore,e pensare un po' al mare della costiera,o a qualsiasi mare..che in questa giornata un po' uggiosa d'ottobre male non fa

29 set 2009

l'inizio


Non sono una cuoca,diciamo che mi diletto e mi cimento. Ho scoperto questa passione due anni fa,quando dalla mia città sono partita piena di nuove speranze e con la voglia di cambiare la mia vita,insieme,tra le miriadi di cose, ad un piccolo quadernino dove mia mamma aveva saggiamente appuntato qualche base necessaria per poter sopravvivere mangiando sano,saporito,e che sopratutto mi facesse ricordare casa. Da allora,è sempre una scoperta,tra ricettari,consigli telefonici di mia madre o mia zia,idee e segreti carpiti da abili food blogger,ricordi di bambina,distrattamente passeggera in una cucina abitata sempre ed esclusivamente da donne.ricordo i ricchi pranzi della domenica,sempre e immancabilmente a base di ragù di carne,il profumo di quel pomodoro stracotto è fisso nelle mie narici,e ricordo sempre tutte le chiacchiere,discussioni,segreti e vecchi racconti delle mie zie,sempre e solo in cucina,nonostante di spazi ce ne fossero,come un comodo divano d'inverno o un verde giardino d'estate.la cucina è sempre stato un sogno da bambina,un qualcosa da conquistare nel tempo,da adulta;ancora oggi,quando sono giù da mia mamma,mi è silenziosamente vietato metter mano tra le sue cose,un po' perchè rivesto sempre la parte della figliola prodiga che rientra dopo tempo e quindi va viziata e servita,e un po' perchè,per una questione "quasi gerarchica",prima di me c'è alessandra mia cugina,prima ancora zia maria,e poi,in fondo ci sarei io,e ancor più dietro mia sorella roberta..oggi,finalmente,il mio piccolo regno esiste,non propriamente mio,diciamo che in qualche modo me ne prendo cura,la cucina di Nada.
Nada non l’ho mai conosciuta,e mai potrò. La sua cucina è un misto di odore speziati, intigoli etnici,farine,vecchissimi ricettari redatti da sua nonna,altri collezionati nel corso dei suoi viaggi,arnesi vari e a volte a me sconosciuti,pentole di rame,di alluminio e terracotta,ramaioli,cucchiai in legno...
Da qualche tempo condivido la vita con il mio erborista,il figlio di Nada. È ed forse grazie a lui che ho deciso di cimentarmi in questa avventura…

28 set 2009


prove tecniche